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"Parliamone" con lo psicologo

Capita di essere genitore ed avere un figlio, anche piccolo, che non rispetta le regole e non sa accettare un no. Capita di essere insegnanti ed avere a che fare con alunni ingestibili, che ti impediscono di lavorare in classe e con i quali non si riesce a trovare il metodo giusto per poterli interessare. Capita di essere adolescenti, e come spesso accade a quest'età così bella ma anche delicata, capita di non essere in grado di gestire le emozioni, di non riuscire a capire il proprio corpo, di non riuscire a reggere il rapporto con gli altri. In tutti questi casi la cosa giusta da fare sarebbe "parlarne" e non è un caso che lo sportello di consulenza psicologica e orientamento ai servizi del territorio si chiami proprio "Parliamone". Presente già da qualche anno, a questo sportello organizzato e coordinato dal Servizio educazione alla salute risponde uno psicologo scolastico, ovvero un libero professionista che per un tot di ore a settimana va nelle scuole e si mette a disposizione per consulenze, consigli individuali o di gruppo, ascolto e supporto.
Un servizio che copre il percorso che va dalla scuola dell'infanzia alla scuola secondaria di primo grado e, in base alla fascia d'intervento, viene svolto in maniera diversa. Il Dr. Gabriele Bissacco è uno degli psicologi scolastici che opera sul territorio, precisamente nella zona di Don Bosco, offrendo servizio nelle scuole dell'infanzia, alle primarie Don Bosco e Langer e alla scuola secondaria di primo grado Ada Negri: "Nelle scuole dell'infanzia il servizio è principalmente rivolto ai genitori e agli insegnanti, che insieme o separatamente si rivolgono allo psicologo solitamente per trovare delle strategie per la gestione dei comportamenti del bambino. Alle scuole primarie il servizio si amplia, perché i genitori e gli insegnanti, dove ce ne sia il bisogno, possono richiedere anche l'intervento dello psicologo in classe. Le problematiche sono le più varie, dalla gestione di un evento emotivamente impegnativo per i bambini, alle situazioni di inclusione o bullismo".
Questo utile strumento diventa ancor più prezioso quando si ha a che fare con studenti delle medie, studenti che possono andare di persona dallo psicologo, senza doverlo dire ai genitori o agli insegnanti. Una scelta personale, una scelta "da grandi".
"Alle scuole Ada Negri abbiamo da poco avviato un progetto che si chiama 'Scuola di Tobia'- spiega il Prof. Paolo Lorenzi, dirigente scolastico dell'Istituto Comprensivo Bolzano 2 - che raccoglie ragazzi che, per via del comportamento, sono difficili da gestire in un contesto di classe normale. In questa situazione la presenza dello psicologo è fondamentale, ci aiuta negli incontri di coordinamento, offre supporto agli insegnanti e incontra i ragazzi".
"Il nostro lavoro è apprezzato - spiega il Dr. Elio Cocciardi, Coordinatore di psicologia scolastica - e lo dimostra il fatto che oltre al monte ore di sportello messo a disposizione dalla Sovrintendenza scolastica, in questo caso 140, i dirigenti scolastici mettono a bilancio ulteriori ore, nel caso dell'Istituto Comprensivo Bolzano 2 ben 50".
Ma di cosa parlano i ragazzi quando si rivolgono allo sportello? "Spesso non riescono a gestire un insuccesso scolastico - continua il Dr. Bissacco - a convivere con dinamiche legate, ad esempio, a separazioni conflittuali dei genitori. C'è chi è confuso sulla propria sessualità, chi è vittima di casi di bullismo. Quando vengono mandati dagli insegnanti spesso hanno mostrato fenomeni di aggressività, autolesionismo, depressione. Il mio ruolo è quello di fare da primo filtro, collegando o segnalando i casi al servizio territoriale di competenza".
Un lavoro di prevenzione possibile anche grazie alla collaborazione tra le varie parti attive, insomma, in una scuola dove gli adulti non sono più solo gli insegnanti: "La didattica rimane l'aspetto fondamentale - conclude Lorenzi - ma in contesti problematici, dove anche solo il senso civico e il rispetto delle regole sono concetti difficili da interiorizzare, noi insegnanti non sempre ce la facciamo da soli. Per questo è importante che si lavori in rete, assieme a figure come lo psicologo, l'educatore, l'insegnante di sostegno, il collaboratore all'integrazione e il genitore stesso".
Un lavoro di squadra, insomma, per arrivare a un obiettivo ambizioso ma raggiungibile: aiutare questi ragazzi a non perdersi, a diventare futuri cittadini consapevoli.

La figura dello Psicologo Scolastico  ed il progetto "Parliamone": intervista apparsa sul quindicinale "Qui Bolzano" del 1.6.2017

 

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NomeKATHERINA KAMMERER