Articolo scritto dal Dott. Elio Cocciardi,
coordinatore del Progetto dell’Ordine “Lo psicologo scolastico”,
pubblicato sull'Alto Adige il 19 aprile 2017
Note su "Bullismo ed Aspetti Educativi"
Il giorno 16 aprile, Giornata della Pasqua – in prima pagina nell' Articolo di Fondo a firma del Direttore dell'Alto Adige, riappare il tema "giovani" e "problematiche giovanili", in riferimento ai fatti bolzanini, citati e ripresi dalla stampa nazionale inerenti le tematiche del bullismo e dintorni.
Sempre in data e sempre in prima pagina appare un articolo dove il capo della Procura dei Minori di Bolzano, dott.ssa Antonella Fava – tra le altre informazioni ed analisi – riferisce del triplicarsi (da 400 a 1300) delle "segnalazioni civili, in cui bambini e ragazzi sono vittime in famiglia di maltrattamenti, di trascuratezza, di separazioni conflittuali tra genitori e per tutti questi motivi finiscono per abbandonare la scuola oppure ci vanno ma hanno disturbi del comportamento legati anche....". Il giorno 31 c.m. appare l'articolo inerente la relazione annuale della Garante per l'Infanzia; il giorno 4.4. appare un articolo del sottoscritto come Consigliere dell'Ordine degli Psicologi e Responsabile del Gruppo di lavoro sulla Psicologia Scolastica; poco sotto un articolo del Dott. Giuseppe Maiolo "Nessuno educa nessuno" ed il 10.4. un proseguimento del tema - sempre a cura del Dott. Maiolo - "Il coraggio di educare ai sentimenti").
Orbene, si continua a girare attorno all'argomento o meglio si cerca di accerchiarlo cognitivamente con la speranza/augurio implicito che ci siano dei ragionamenti che possano com-prendere la tematica ed affrontarla/sconfiggerla in modo progressivo. Ognuno degli articoli citati dà uno spicchio di contributo ed illumina parti del tema.
Prendendo spunto dall'articolo del Dott. Maiolo ("Nessuno educa nessuno") dove il collega, parlando del Mobbing in rete afferma "...E' dunque la percezione del gesto e della sua gravità che manca...(e)...gli adulti sono ancora più inconsapevoli". Torniamo quindi al tema della Genitorialità (vedasi Relazione annuale della garante per l'Infanzia ed oggi l'articolo sul Capo della procura dei Minori, Dott.ssa Antonella Fava). Riprendendo quanto espresso dal dott. Maiolo "L'Educazione...è la sfida più grande da affrontare...Come adulti abbiamo da essere sempre più competenti..." che riprende il tema nel successivo articolo ("Il coraggio di educare ai sentimenti") dove si chiede "...perché continuano ad aumentare i bulli e le bulle on line...(non solo on line, ovviamente)...quello che non conoscono sono i limiti...non hanno nel loro apparato cognitivo un nome utile a definire quello che provano...dolore, rabbia, paura o gioia". Aggiunge poi "...noi adulti non ci siamo presi il tempo e la voglia di educarli, a conoscere le emozioni..." e pian piano conclude con "... penso che ci si debba prendere il coraggio (e la responsabilità, aggiungo) di educare i bambini e gli adolescenti al senso del limite...Non si tratta di predicare ma di osservare prima di tutto le regole base del comportamento on line" ed aggiungo anche qui – ma non credo vi sia disaccordo – non solo on line.
Sunteggiando a grandi linee, si parla di "apparato cognitivo" e di "definizione e conoscenza delle emozioni".
Ritengo ci sia da attuare un passo indietro metodologico al fine di rendere l'approccio più rigoroso ed al tempo stesso più facile da affrontare, anche se non facile in sé. Il codice interpretativo di partenza ha da essere un Codice Morale: sostanzialmente legato quindi a ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ciò pone ovviamente dei problemi legati alla condivisione dei Valori, tema Morale e Culturale allo stesso tempo, ma che è il nucleo della questione e, se vogliamo, dato che il tema è caldo, è il nucleo/nocciolo del reattore.
Non è una questione di lana caprina: Immanuel Kant definisce la Morale in "Critica della ragion pratica" come "...l'analisi critica della ragione nel caso in cui essa sia indirizzata all'azione ed al comportamento, alla pratica per l'appunto".
Credo venga compiuto un errore logico inerente le "Premesse" o si potrebbe definire l'apriori metodologico: in sostanza le analisi che vengono fatte, contengono senza dubbio elementi di verità, ma costituiscono - prendendo a prestito l'incipit dove si parla di nativi digitali – la linea delle Directory, che però dipendono e sono intrinsecamente legate e ne va della loro esistenza, alla Root. Chi ha un po' di dimestichezza col tema - quando alle prime lezioni di informatica si imparava il DOS – comprende quando sopra.
Volendo un po' semplificare il tema, la Morale dà la linea, le linee di comportamento da seguire e, per parlar semplice cito qualche esempio. Avendo la fortuna di lavorare da anni nella Formazione degli Operatori Socio Assistenziali/Socio Sanitari et similia, nei processi di apprendimento scolastici degli studenti, al di là delle ovvie Conoscenze delle singole Discipline, delle sequenze operative richieste, vi è il tema della Relazione Interpersonale con l'Ospite/Paziente/Utente/Cliente - che esiste sempre e comunque in ogni istante, dato che il primo Assioma della Comunicazione afferma che "non si può non comunicare"ed anche il silenzio medesimo è comunicazione – Relazione Interpersonale che ha da basarsi sul rispetto della Persona, in qualsivoglia nome la si voglia declinare: il rispetto si manifesta nelle semplici regole del saluto, nell'ascoltare e tenere in considerazione ciò che l'altro afferma, nel non interrompere...
Concludendo, il tema è quello della condivisione delle Regole di condotta: ogni altra strada, anche quella della Psicologia, è una guida, molto utile, riflessiva, autoriflessiva, ma ha da avere come base, come apriori metodologico condiviso l'Approccio Morale, che di solito è implicito: bisogna rendere consapevole il Pre-Conscio, discuterne. In tempi di difficili orientamenti culturali, religiosi e quindi con sistemi valoriali altamente differenti, l'Approccio Etico consapevolmente fondato e rigoroso, unito alle Categorie Critiche della Ragione ci può dare la direzione che può aiutarci nel cammino.
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