www.psibz.orgAktuellesPresseberichte"I significati del fenomeno del cutting"

"I significati del fenomeno del cutting"

Si chiama Cutting l'attuale tendenza degli adolescenti, ragazze soprattutto, di incidere la superficie della propria pelle, in particolare di gambe e braccia, con vari strumenti. Questo è un fenomeno piuttosto complesso da comprendere e arginare perché, come spesso capita nelle questioni psicologiche, dipende dalle caratteristiche di ciascun ragazzo o ragazza e dai suoi bisogni.
L'atto di tagliarsi può essere usato per sancire la propria appartenenza e definire un'identità di gruppo o può essere il tentativo di rendersi autonomi dai genitori (il corpo è mio e ci faccio quello che voglio!).
Le ferite possono essere pure un messaggio per mostrare la propria sofferenza (guardatemi, sto male!), un tentativo di elaborazione di qualcosa di molto doloroso e che non è ancora pensabile. Le cicatrici potrebbero rappresentare anche dei ricordi: qui il corpo viene usato come un diario verso il processo di costruzione della propria storia e poi identità.
Altri motivi del fenomeno potrebbero essere legati alla percezione corporea, per cui lo sfigurarsi è un modo per allontanare gli altri. Durante l'adolescenza, infatti può risultare difficile riconoscere e accettare il proprio corpo che improvvisamente si trasforma iniziando ad essere un corpo sessuato o un corpo di cui ci si vergogna. In questo modo la fantasia inconsapevole sarà quella di poter controllare o eludere lo sguardo dell'altro perché si è brutti.
Il fenomeno, purtroppo, è attualmente molto diffuso tra i giovani e si diffonde in modo epidemico nei gruppi di amici o di pari, anche grazie alla rete, con un escalation di progressiva emulazione e ripetizione (spiweb.it).
Non è per niente facile per un genitore rendersi conto di questi atti autolesionistici, che vengono ben nascosti. Gli adulti possono però provare a capire gli adolescenti e il loro particolare rapporto con la corporeità, aiutandosi con il ricordo della propria esperienza e il dialogo col figlio.

 

Articolo scritto dalla Dott.ssa Giulia Seppi
per il progetto "Psicologi e Mass Media"
pubblicato sul quotidiano Alto Adige il 13.05.2017

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