L’esame della maturità è un momento importante carico di aspettative proprie e anche da parte di altre persone, di ansie e incertezze ma è anche senza dubbio un periodo di grandi cambiamenti e mutamenti. Ognuno può vivere questo periodo in un modo diverso ma la maturità rimane comunque un passaggio importantissimo per ognuno che si trova in questa fase della propria vita. Se si pensa al significato della parola maturità questa è senz’altro carica di simboli e aspetti psicologici. Ci si aspetta che i ragazzi debbano essere maturi sul piano personale e psicologico magari tutto d’un colpo, dal prima della maturità a dopo la maturità conseguita, dimenticando che il diventare maturi, cioè inteso come la crescita personale, è un passaggio e un processo che si attua nel tempo e che varia da persona a persona.
Molti, dopo la maturità, sentono che non è ancora arrivato il momento per prendere delle decisioni riguardo a cosa fare e dove andare, non è bastato il superamento dell’esame stesso per fare delle scelte così importanti che riguardano il futuro della propria vita. Potrebbe nascere il bisogno di poter fermare il tempo, di prendersi una pausa, questo tempo viene chiamato “anno sabbatico”. In questo anno sabbatico, lavorando, diventando adulti vivendo anche da soli, si dovrebbe trovare la strada verso una crescita e di conseguenza, verso la sicurezza di una scelta. Bisogna sottolineare però che chi fa la scelta di prendersi un anno sabbatico deve valutarne vantaggi e svantaggi.
I pro sono molti: studiare o lavorare all’estero o come fanno molti facendo ambedue le cose (per potersi permettere appunto un anno sabbatico), vivere diverse realtà in contesti nuovi. Fermare per un anno il tempo può portare a maggior consapevolezza e sicurezza nelle scelte da fare.
Diventa importante potersi soffermare a riflettere su se stessi, questo fermarsi, forse vivere un anno all’estero per il semplice desiderio di migliorare una lingua oppure per la voglia di lavorare, scegliere tra piccoli paesi o grandi città o tra culture diverse.
Tuttavia ci sono anche dei svantaggi, si possono trovare grandi difficoltà a ritornare alla vita e al ritmo di sempre e le possibilità ed opportunità che magari c’erano prima di partire una volta tornati potrebbero non esserci più.
Superfluo dire che questa scelta importantissima deve basarsi solo su desiderio dei ragazzi stessi, senza, anche qui, dover soddisfare aspettative, sogni e desideri che non sono i propri. A volte, come tutti noi sappiamo, rimane molto più amaro in bocca nel pentirsi di non aversi concesso una certa scelta, che nel pentirsi di aver fatto un tipo di esperienza.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Sonja Prinoth
per il progetto "Psicologi e Mass Media"
pubblicato sul quotidiano Alto Adige il 04.03.2017