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Sport: dipendenza positiva o negativa?

Mens sana in corpore sano citava Giovenale, motto che nell'uso moderno intende che, per aver sane le facoltà dell'anima, bisogna aver sane anche quelle del corpo.
Diversi studi hanno dimostrato che l'attività fisica rappresenta un toccasana per il nostro organismo, sia per il benessere fisico sia per il benessere mentale. Anche solo 5 minuti di intensa attività fisica provocano un miglioramento delle funzioni esecutive anche in bambini con disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività (Gawrilow et al., 2016). Inoltre, lo sport può alleviare i sintomi depressivi incrementando nelle persone i sentimenti di competenza, autonomia e vicinanza agli altri (Faulkner & Carless, 2006), migliorando la loro autostima e la percezione dell'immagine corporea che hanno di sé stessi (Wright et al., 2009).
Ciononostante, l'allenamento eccessivo ha effetti negativi sia sulla salute fisica che mentale, portando al fenomeno Exercise Addiction.
Hausemblas e Downs (2002) concettualizzano l'exercise addiction basandosi sui criteri che il DSM IV TR identifica per la dipendenza da sostanze: la tolleranza, ovvero la necessità di aumentare l'esercizio per percepire l'effetto desiderato, l'astinenza, la mancanza di controllo, gli effetti sull'intenzionalità, ovvero l'incapacità di aderire ad un programma stabilito, il tempo dedicato all'attività, la riduzione delle altre attività e la perseveranza, che si manifesta quando l'esercizio continua ad essere svolto malgrado questo stia portando a problemi fisici, psicologici o interpersonali. In modo particolare, ció che distingue l'esercizio ricreativo dall'esercizio a rischio é la motivazione, che non é piú lo svago ma il sollievo allo stress o l'aumento dell'autostima. L'elogio sociale del benessere dell'allenamento potrebbe essere dannoso, in quanto incentiva una perdita di controllo sul comportamento. L'educazione al controllo e alla moderazione è un importante dovere dei genitori e delle figure di riferimento.

 

Articolo scritto dalla Dottoressa Alessia Corazza
per il progetto "Psicologi e Mass Media"
pubblicato sul quotidiano Alto Adige il 22.07.2017

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